- Pubblicata il 30/09/2010
- Autore: Mary
- Categoria: Racconti erotici etero
- Pubblicata il 30/09/2010
- Autore: Mary
- Categoria: Racconti erotici etero
Un ragazzino impertinente (1a parte) - Lecco Trasgressiva
La mia vita era tranquilla, mio marito, anche se passa con me solo una piccola parte del suo tempo per motivi di lavoro, e’ un uomo attento e premuroso (oltre anche attraente) e mio figlio e’ un bel ragazzo, maturo, che gestisce bene i suoi impegni di studio e di lavoro. Economicamente stiamo bene, … insomma non mi mancava niente per essere felice ed in effetti lo ero, se si può chiamare felicità quell’essere permanentemente sereni e liberi da stress. Ora invece la mia vita e’ in tumulto,… quando “lui” non c’e’ l’ansia di rivederlo tende i miei nervi, … la voglia del suo sesso diventa presto insopportabile. Quando “lui” e’ con me il cuore martella il mio petto per l’emozione, il desiderio diventa quasi dolore, gli orgasmi violentissimi e incontrollabili.
Ho 49 anni, un passato di bella ragazza e tutt’ora, nonostante l’età, sono ancora abbastanza in forma. Sono ben messa, anche se non sto attenta a ciò che mangio, e non tanto alta (1,65) . I miei capelli sono bruni e ondulati e li tengo sciolti, sulle spalle. Non mi trucco molto e vesto in maniera adeguata alla mia età, ovvero niente capi attillati, scollature o pance fuori. Non sono insomma quel che si dice una donna provocante anche se talvolta ricevo qualche sguardo audace soprattutto da giovani ragazzi. Sono rimasta comunque sorpresa e perplessa per il modo inequivocabile con cui “lui” mi guardò la prima volta a casa nostra quando mi fu presentato da mio figlio come fratello più piccolo della sua ragazza. Aveva appena compiuto 20 anni. Durante la presentazione passò il suo sguardo su di me con in volto un sorriso sarcastico che avrei poi imparato a conoscere. Fui stupita e infastidita dall’audacia di questo ragazzino che guardandomi dritta negli occhi tratteneva la mia mano per un istante più del necessario. – “Quel ragazzo non mi piace”,- dissi a mio figlio appena “lui” se ne andò. - Vorrei che tu evitassi di portarlo ancora qui a casa nostra.- -“E’un impertinente, ma e’ simpatico”- fu la risposta di mio figlio, .. e poi è il fratello di Laura.
Poi cominciò il corteggiamento, se così si può chiamare. “Lui” andò per le spicce. Lo trovai che mi aspettava appoggiato alla portiera della mia auto nel parcheggio del supermercato. –“Mi da un passaggio?”- mi chiese, senza neanche salutarmi!!!, col solito sorrisino in faccia. Piuttosto indispettita gli dissi che avevo un impegno urgente e che stavo andando fuori città. –“Beh mi dia uno strappo fino alla prima fermata dell’autobus allora”- disse dirigendosi verso la portiera del passeggero. Un po’ perché non sapevo cosa rispondere, un po’ perché volevo dimostrare a lui e a me stessa che non si trattava altro che di un ragazzino e non di una minaccia, aprii la portiera e lo lascia accomodare. – “Signora lei é bella da impazzire”- esordì appena partiti. Cercai di sbottare in una risata seguita da un –“ma che ti salta in mente ragazzino?”- ma lui continuò imperterrito: -“mi piacciono i suoi capelli, mi piace il loro odore”- e si avvicinò un po’nel gesto di annusarli. Lo spinsi indietro con decisione e accostai la macchina –“ok scendi”- dissi. –“quando si arrabbia é ancora più bella- rispose insolente col solito sorriso. –“Scendiii!!”- quasi urlai. Al che lui scese, con tutta calma . –“ci vediamo signora”- disse prima di chiudere la portiera.
Non so perché non raccontai a mio marito di questo episodio. Seguirono telefonate, appostamenti, perfino tentativi di visite a casa che io respinsi sempre senza esitazione e in fretta, ma senza accennarne a mio marito. Poi avvenne il fattaccio. Era Giugno inoltrato e fummo invitati alla festa annuale del Rotar act di mio figlio. Uno chalet sulla spiaggia, barbecue, musica, danze ecc. C’era anche “Lui” insieme alla sorella Laura, e mentre stavo ballando con mio marito, lui si avvicinò a noi dicendoci che avrebbe gradito molto fare un ballo con me prima che finisse la festa. Non era il momento per raccontare a mio marito tutta la serie di fatti accaduti per cui celai la mia contrarietà per evitare domande, e successivamente accettati di ballare con “lui” appoggiando le mie mani sulle sue spalle mentre lui già afferrava i miei fianchi. Ben presto il nostro ballo si trasformò in una lotta nascosta fra lui che tentava di attirarmi contro il suo corpo e io che tentavo di resistergli. Nonostante i miei sforzi i nostri corpi si accostarono e avvertii la sua erezione. –“Lo sente”?- mi sussurra –“è affamato”, “ha fame di lei signora-. –“Per favore smettila!” – dissi quasi implorando ma sempre cercando di dissimulare,… perché mio marito e mio figlio probabilmente ci stavano guardando. –“Ok, ma si rilassi signora, … lei stai tremando”- disse “lui” e sentii la sua stretta allentarsi e’ i nostri corpi si riallontanarono un po’. Sentii la sua mano lasciare il fianco per correre su lungo il mio busto fin sotto l’ascella dove si fermò, … il suo pollice era nel cavo dell’ascella stessa.
Poi la serata proseguì liscia senza altri attacchi fino a poco prima della fine della festa, … ad una certa ora infatti, mio figlio ci salutò per proseguire in discoteca con la ragazza e gli altri amici. Non vidi più “lui” in giro e pensai avesse lasciato la festa assieme al gruppo di mio figlio. La festa oramai languiva, … gli uomini avevano preso a parlare di lavoro e di politica e io decisi di andare al bagno per rinfrescarmi. Entrai nell’edifico, attraversai il bar, e raggiunsi il corridoio che porta ai bagni e al ripostiglio. “Lui” era li, come se avesse saputo che sarei arrivata. –“Beh, ancora qui!, … non ti sembra di esagerare ora?”- gli dissi con tutto il tono severo di genitore di cui fui capace. “Lui” non rispose e fulmineo mi afferrò per la vita per trascinarmi dentro il ripostiglio, … cercai di afferrare lo stipite della porta ma non mi riuscì e rotolammo all’interno del magazzino su alcuni lettini da spiaggia poggiati sul pavimento alla rinfusa. “Lui” richiuse la porta con un calcio e fu subito il buio assoluto. Lottammo strenuamente in silenzio, … lui mi afferro ’ i polsi e mi immobilizzò sdraiandosi su di me, … sentivo distintamente il suo sesso eretto premere sul mio bassoventre. Restammo immobili qualche istante entrambi stremati dalla lotta, … poi “lui” prese a slinguare il mio collo, ad annusarmi, a tentare di baciarmi in bocca; lasciò libera una mia mano al che lo colpii immediatamente con uno schiaffo con tutte le mie forze e poi gli afferrai i capelli per scostare il suo volto dal mio. “Lui” portò la sua mano libera sotto la mia gonna, … sulla natica … e di li proseguì con fatica fra le mie gambe sino ad infilare le dita sotto le mutandine. –“Lo vede che è già bagnata fradicia”? Lei ha più voglia di me”!- mi disse. Quando un suo dito penetrò nella mia vagina fu come una scossa, … smisi di lottare … lasciai che “lui“ baciasse il mio collo … le mie spalle, … mentre le sue dita frugavano l’interno del mio sesso. Poi abbassò le spalline del mio vestito e mise a nudo il mio seno per succhiarlo e morderlo. Ricordo che mi fece qualcosa che nessuno mi aveva mai fatto … col suo dito medio dentro le mie intimità prese a premere forte il retro del mio osso pelvico massaggiandolo con forza. Il suo pollice nel frattempo massaggiava il mio clitoride all’esterno … non avevo mai provato niente di simile, … la sensazione era fortissima e molto eccitante mi sembrava di dover far la pipì e glielo sussurrai al che lui mi disse: -“non si trattenga, … non è pipì … sta per venire … si lasci andare signora”- continuammo così ancora un po’ baciandoci furiosamente, … le nostre lingue intrecciate stavano danzando meravigliosamente insieme assaporando reciprocamente le nostre salive!! … poi lui mi disse: -“Pensi a quel cornuto di suo marito che e’ qui fuori in piscina a chiacchierare mentre la sto facendo godere!”- … a quelle parole sentii salire un improvviso brivido dal mio ventre dove lui continuava il suo straziante massaggio, … l’orgasmo arrivò potentissimo e sembrava non finisse mai, … la mia figa grondava liquidi … era un torrente in piena!, …. emisi qualche gemito e crollai letteralmente in un torpore che probabilmente non durò più di un minuto ma mi parve una eternità. Lui era già in piedi, io ancora sdraiata sui sacchi, col seno scoperto e le gambe divaricate. –“Esco per primo, lei aspetti un minuto prima di uscire” - fu tutto quel che mi disse e usci. Uscii a mia volta ed entrai nella toilette che per fortuna era vuota, … mi ci volle un po’ per ricompormi. Ero letteralmente sconvolta, … il senso di colpa mi strangolava, … giurai a me stessa di rimediare a questa storia parlandone nei dovuti modi e tempi debiti a mio marito. Giurai che non avrei più permesso a quel bastardo di avvicinarsi a me o alla mia famiglia.
Mi affrettai a raggiunger mio marito che pensavo mi stesse cercando. Quando raggiunsi la piscina lo trovai che chiacchierava tranquillamente con altri invitati fra cui “lui”, mi fece un cenno con la mano e così mi avvicinai al gruppetto. –“Mi chiedevo che fine avessi fatto!”- disse gioviale . – “E’ tardi, sono stanca, andiamo a casa!”- fu la mia risposta, .. con la coda dell’occhio vidi “lui” che sorrideva beffardo come al solito e lo odiai. Io ero furiosa e determinata a vendicarmi (anche se non sapevo come: umiliandolo?... spaventandolo con l'intervento di mio marito?... non avevo idea …), ma anche "lui" (avrei scoperto dopo) riteneva di avere un conto in sospeso con me, … insomma eravamo in guerra e ci stavamo preparando ad affrontarci. Così mentre io passavo i giorni a trovare le parole giuste per confessare a mio marito la sequenza di situazioni taciute culminata in quel fattaccio, …“lui” preparava il suo secondo attacco, rapido, imprevisto e quindi micidiale. E se la mia auto fu il terreno dove “lui” articolò le mosse iniziali della sua prima vittoriosa incursione,… fu ancora l’auto che lui scelse come teatro di operazioni per il secondo assalto decisivo. Fu sul mio parabrezza, infatti, che trovai, intrappolata sotto il tergicristallo una splendida rosa bianca con un biglietto avvolto sul gambo, … Il testo, manoscritto in bella grafia, era il seguente ( possiedo ancora l’originale): “Vorrei che accettasse questo fiore assieme alle mie più sentite scuse per l’ignobile comportamento che ho avuto nei suoi confronti! … non ho attenuanti se non la mia giovane età e la sua irresistibile bellezza, … Massimo”. –“Si, il fiore, sto teppista” … pensai fra me e me … poi però mi sentii meglio. Gli equilibri si stavano ristabilendo, … il ragazzino nonostante la sua sfrontataggine percepiva che forse stavolta l’aveva fatta troppo grossa e cercava goffamente di riparare. –“ Bene, così va meglio … ma comunque faremo i conti, … caro il mio delinquente”- pensai. Mi rimpossessavo di nuovo del mio ruolo di adulta che deve decidere se dispensare punizione o perdono al ragazzino colpevole. “Lui” non inviò altri messaggi ne tentò di contattarmi per telefono. Era oramai passato quasi un mese dall’episodio del ripostiglio, … cominciavo a pensare che forse non era il caso di parlarne a mio marito … e che tutto sarebbe rimasto sepolto sotto la coltre dei rispettivi sensi di colpa. (continua)
Per i vs. commenti “anno1954m@libero.it”
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Abelardo
Urca che situazione ,perchè se ne è andato mentre eri in pieno orgasmo ; era il momento giusto per affondare l'attacco ! Anche io vorrei essere punito da tè , scegli pure la giusta punizione ! L'importante è che dopo mi lasci ravanare nella tua patatina !!! Antonio .
Joker
Non ti atteggiare a gran dama. Sei solo una puttana da quattro soldi. Scemo tuo marito che non se ne accorge.
Troppo esperto per essere un ragazzino di 20anni.......
Alex
Se uno di venti anni va con uba di 46 deve essere uno sfigato pazzesco
FRANCESCO
TROPPO BELLA QUESTA SE SAREBBE VERO MA KI LO SA........